La gloria di Roma al fronte – 20 settembre 1915

Michele Cammarano, la breccia di Porta Pia, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli

I tricolori affollano le finestre, i balconi. Tutta Italia è imbandierata, sgargiante, patriottica: è il 20 settembre, si celebrano i 45 anni dalla presa di Roma.

La capitale invia un caloroso telegramma al Re; Vittorio Emanuele III ringrazia e risponde dal fronte,

dove le virtù militari e civili dei nostri confermano la fede nel trionfo delle aspirazioni nazionali.”

L’offensiva italiana nel Trentino vale la conquista della Suldenspitz e del passo di Cevedale, sul massiccio dell’Ortler; meno proficua l’azione nel Carso e intorno a Plezzo.

Il teatro di guerra più importante e discusso resta quello orientale. L’esercito russo del nord si salva in corner: braccato dopo la caduta di Vilnius, riesce a disimpegnarsi e sfugge all’ennesimo tentativo di accerchiamento. I tedeschi provano a chiudere i conti anche con Riga, ma invano; gli scontri sono durissimi, le armate dello zar tengono il punto.

Sul fronte occidentale continuano i vivaci scambi d’artiglieria: la lunga preparazione, a suon di bombardamenti, sta per lasciare spazio alla terza battaglia dell’Artois, ma i titoli dei giornali inglesi sono tutti per Lloyd George. Il Ministro britannico prova a spegnere le polemiche sulla coscrizione obbligatoria:

ritardare questa decisione sarebbe disastroso, ma il precipitarla potrebbe esserelo ugualmente. Sarebbe follia provocare una controversia a tal proposito in mezzo al conflitto mondiale. […] Lasciamo decidere al Governo ciò che riterrà giusto ed evitiamo ogni polemica. […] La situazione è una delle più gravi nella storia del Paese, consideriamola dunque con uno spirito adeguato a questa gravità.”

Sono parole d’impatto, soprattutto perché figlie di un coscrizionista convinto.

Il Popolo d’Italia Lunedì, 20 settembre 1915

LE MANIFESTAZIONI PATRIOTTICHE DEL XX SETTEMBRE

Il Telegramma del Pro-Sindaco, Adolfo Apolloni

« Nel giorno anniversario della sua redenzione, Roma volge il pensiero affettuoso e devoto a Voi Maestà che, Re e soldato, raccoglieste la spada del vostro grande Avo per le supreme rivendicazioni nazionali. Roma saluta l’assertore dei sacri diritti della Patria ed a Voi si stringe fidente per il compimento dei suoi gloriosi destini».

La Ripsota di S.E. il Re d’Italia, Vittorio Emanuele III

« Il saluto che, nella solennità di un giorno memorabile, Roma mi manda, giunge sommamente grato al mio cuore, lo ricambio da queste terre dove impera tuttora il ricordo della gloria di Roma, e dove le virtù militari e civili dei nostri confermano la fede nel trionfo delle aspirazioni nazionali »

Davide Sartori