Gli Alpini del Battaglione Feltre

Tofana di Rozes, Cortina d’Ampezzo
Tofana di Rozes, Cortina d’Ampezzo

Conquistate la Tofana e tenetela coi denti fino a che non vi daremo il cambio.

Questi devono essere stati gli ordini del comando.

C’erano i tedeschi, prima. Poi vennero loro, salirono da Cortina e assaltarono la cima. La presero all’alba del 18 settembre 1915.

Erano i soldati del battaglione Feltre. Alpini, comandati dal tenente Dazio De Faveri, un maestro elementare.

Si accorsero fin da subito quanto sarebbe stato difficile restare ancorati a quella posizione a 3225 metri.

Finirono l’acqua il pomeriggio del primo giorno. La parte sommitale ne è totalmente sprovvista. Ma non se ne andarono.

Passarono i giorni, che ben presto si fecero sempre più freddi, corti e tempestosi.

Dovete immaginarvi la mia vetta occupata da centoquattro uomini appostati, fermi a battere i denti, a sputare e bestemmiare senza muovere un passo.

Non potevano farsi vedere, se ne stavano asserragliati nelle baracche e nei camminamenti perché dalla cima opposta, quella del Fanis, arrivavano i teleobiettivi austriaci a solleticare loro le nuche.

Erano senza collegamenti, senza radio e con l’unico supporto di una teleferica che saliva dalla Piana del Passo Falzarego e che li riforniva di acqua, provviste, legna e munizioni.

Quale stanchezza devono aver provato? Quale tensione nervosa? A sporgere la testa oltre l’orlo si veniva seccati dai cecchini, a mettere il piede in fallo si finiva di sotto.

Uno, l’unico caduto, morì così, scivolando su un tratto instabile. A un normale reparto veniva dato il cambio dopo un mese o due.

I soldati potevano ridiscendere in paese, comunicavano con le famiglie, prendevano licenza e solo successivamente venivano spostati altrove.

Quei centoquattro uomini furono mantenuti su di me per tutto l’inverno, e poi la primavera. Infine gli venne concessa la sostituzione nel luglio del 16’, dieci mesi dopo.

Evidentemente non erano visti di buon occhio dal resto delle forze armate. Stavano antipatici a tutti gli altri reparti.

La colpa non era dovuta all’invidia per il loro carisma o per la resistenza fuori dal comune.

Il resto dell’esercito li odiava perché stavano lassù di propria spontanea volontà. Il battaglione Feltre era composto da centoquattro volontari”.

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