Infuoca la “Battaglia dell’Ortigara” – X Giugno MCMXVII

Truppe italiane nel "Vallone dell'Agnellizza" (Il Vallone della morte), sotto l'Ortigara.
Truppe italiane nel “Vallone dell’Agnellizza” (Il Vallone della morte), sotto l’Ortigara.

“Alle ore XV, come da ordine emanato, avviene l’irruzione delle fanterie, mentre le artiglierie allungano il tiro. Lo sbalzo dei battaglioni, fuori della parallela di partenza, è simultaneo e magnifico. La nebbia impedisce di seguire il movimento delle truppe, ma si ode su tutta la fronte d’attacco vivo fuoco di mitragliatrici e di fucileria nemica, la cui artiglieria entra subito anch’essa in funzione, battendo, con azione iniziale alquanto slegata, il fondo Vallone dell’Agnellizza, il declivio orientale dell’Ortigara e la Pozza omonima. Così scriveva nelle sue memorie il Generale Angelo Como Dagna Sabina, comandante della LII divisione “alpina”:

“In questo primo giorno di battaglia le truppe della 52a divisione saranno le uniche, da Monte Rasta al Passo dell’Agnella, a conseguire un “risultato”.

Colonna “Cornaro”.

Il BattaglioneMondovi” riesce, dopo un aspro combattimento, ad occupare il “Corno della Segala” e a “intaccare” le prime trincee del “Monte Campigoletti“, difeso strenuamente dal VII° Feldjäger.
Giunge poi in appoggio il Battaglione “Ceva”. Complessivamente il “Mondovi” perderà in questa sola giornata ventidue ufficiali e quattrocentocinquantotto alpini.

Verso le XVI il Battaglione “Vestone” si avvicina alle posizioni nemiche del Vallone dell’Agnella e del “Costone dei Ponari“. Duramente provato riesce a conquistare un trinceramento avanzato sul “Costone dei Ponari“, sostenuto dal Battaglione “Bicocca”. I successivi sbarramenti difensivi e il fuoco ravvicinato di numerosissime mitragliatrici bloccano ogni possibile ulteriore avanzata. Intervengono di rinforzo i Battaglioni “Val Stura” e “Val Tanaro”, senza modificare la situazione.

Colonna “Di Giorgio”.

Alle ore XV, sotto un violento temporale, i battaglioni “Sette Comuni” e “Bassano” attraversano d’impeto il Vallone dell’Agnellizza, uscendo dai passaggi obbligati disponibili: il “varco sud”, nei pressi del vecchio baito dell’Ortigara , e il “varco nord”, sotto la cresta del “Campanaro“. Seguono subito i rincalzi: il “Verona“, dietro il “Sette Comuni“, e il “Monte Baldo“, dietro il “Bassano“. L’attraversamento del “Vallone della morte” è terribile. Le artiglierie austriache frugano ogni angolo del terreno e le mitragliatrici colpiscono con il loro fuoco micidiale le arrancanti colonne italiane che, attraverso la nebbia, cercano di riconoscere i percorsi di salita migliori. Il Battaglione “Bassano” punta verso la q. DUEMILATRÉ e la conquista d’impeto. Cade, alla testa dei suoi soldati, il Tenente Santino Calvi. Un reparto del “Bassano“, aggirando le dirupate propaggini settentrionali dell’altopiano, riuscirà a compiere un avvolgimento delle linee nemiche che contribuirà in maniera determinante alla conquista delle q.DUEMILATRÉ e DUEMILACENTOUNO. Intervengono nella battaglia anche i battaglioni “Val Arroscia“e “M. Mercantour” (ala sinistra della “Colonna Di Giorgio“) e “M. Clapier” e “Val Ellero” (ala destra della “Colonna Di Giorgio“). Anche la q. DUEMILAUNO viene completamente occupata dai superstiti del “Bassano“, “M. Baldo“, “M. Clapier” e del “Val Ellero“. Sulla sinistra invece, verso la q. DUEMILAQUINDICI, ogni progresso è frustrato dalla violenta reazione nemica che non permette la benché minima avanzata. I resti dei Battaglioni “Sette Comuni”, “Verona“, “Val Arroscia” e “M. Mercantour“, sono inchiodati sui gradoni dello scosceso fianco orientale dell’Ortigara. Alla fine di questa tragica giornata gli italiani occupano le q. DUEMILATRÉ e DUEMILACENTOUNO dell’Ortigara. Tutti i tentativi per avanzare verso il Passo di Val CaldieraCima Dieci e verso la q. DUEMILACENTOCINQUE vengono inesorabilmente bloccati. Le truppe alpine della LII divisione si trovano “incuneate” tra le posizioni nemiche, in una condizione tattico-logistica estremamente difficile. La LII divisione registra le seguenti perdite: trentacinque Ufficiali morti, ottantacinque feriti e II dispersi. duecentottanta alpini morti, milleottocentottantaquattro feriti e trecentonove dispersi. Era solo la prima di una lunga serie di sanguinosissime giornate che trasformeranno l’Ortigara in un vero e proprio “Altare del Sacrificio“, per entrambi i contendenti.

Bibliografia: Gianni Pieropan “ORTIGARA 1917” Il sacrificio della 6a Armata. Ediz. Mursia 1974.

Truppe italiane nel “Vallone dell’Agnellizza” (Il Vallone della morte), sotto l’Ortigara.