“Alle ore XV, come da ordine emanato, avviene l’irruzione delle fanterie, mentre le artiglierie allungano il tiro. Lo sbalzo dei battaglioni, fuori della parallela di partenza, è simultaneo e magnifico. La nebbia impedisce di seguire il movimento delle truppe, ma si ode su tutta la fronte d’attacco vivo fuoco di mitragliatrici e di fucileria nemica, la cui artiglieria entra subito anch’essa in funzione, battendo, con azione iniziale alquanto slegata, il fondo Vallone dell’Agnellizza, il declivio orientale dell’Ortigara e la Pozza omonima. Così scriveva nelle sue memorie il Generale Angelo Como Dagna Sabina, comandante della LII divisione “alpina”:
“In questo primo giorno di battaglia le truppe della 52a divisione saranno le uniche, da Monte Rasta al Passo dell’Agnella, a conseguire un “risultato”.
Colonna “Cornaro”.
Il Battaglione “Mondovi” riesce, dopo un aspro combattimento, ad occupare il “Corno della Segala” e a “intaccare” le prime trincee del “Monte Campigoletti“, difeso strenuamente dal VII° Feldjäger.
Giunge poi in appoggio il Battaglione “Ceva”. Complessivamente il “Mondovi” perderà in questa sola giornata ventidue ufficiali e quattrocentocinquantotto alpini.
Verso le XVI il Battaglione “Vestone” si avvicina alle posizioni nemiche del Vallone dell’Agnella e del “Costone dei Ponari“. Duramente provato riesce a conquistare un trinceramento avanzato sul “Costone dei Ponari“, sostenuto dal Battaglione “Bicocca”. I successivi sbarramenti difensivi e il fuoco ravvicinato di numerosissime mitragliatrici bloccano ogni possibile ulteriore avanzata. Intervengono di rinforzo i Battaglioni “Val Stura” e “Val Tanaro”, senza modificare la situazione.
Colonna “Di Giorgio”.
Alle ore XV, sotto un violento temporale, i battaglioni “Sette Comuni” e “Bassano” attraversano d’impeto il Vallone dell’Agnellizza, uscendo dai passaggi obbligati disponibili: il “varco sud”, nei pressi del vecchio baito dell’Ortigara , e il “varco nord”, sotto la cresta del “Campanaro“. Seguono subito i rincalzi: il “Verona“, dietro il “Sette Comuni“, e il “Monte Baldo“, dietro il “Bassano“. L’attraversamento del “Vallone della morte” è terribile. Le artiglierie austriache frugano ogni angolo del terreno e le mitragliatrici colpiscono con il loro fuoco micidiale le arrancanti colonne italiane che, attraverso la nebbia, cercano di riconoscere i percorsi di salita migliori. Il Battaglione “Bassano” punta verso la q. DUEMILATRÉ e la conquista d’impeto. Cade, alla testa dei suoi soldati, il Tenente Santino Calvi. Un reparto del “Bassano“, aggirando le dirupate propaggini settentrionali dell’altopiano, riuscirà a compiere un avvolgimento delle linee nemiche che contribuirà in maniera determinante alla conquista delle q.DUEMILATRÉ e DUEMILACENTOUNO. Intervengono nella battaglia anche i battaglioni “Val Arroscia“e “M. Mercantour” (ala sinistra della “Colonna Di Giorgio“) e “M. Clapier” e “Val Ellero” (ala destra della “Colonna Di Giorgio“). Anche la q. DUEMILAUNO viene completamente occupata dai superstiti del “Bassano“, “M. Baldo“, “M. Clapier” e del “Val Ellero“. Sulla sinistra invece, verso la q. DUEMILAQUINDICI, ogni progresso è frustrato dalla violenta reazione nemica che non permette la benché minima avanzata. I resti dei Battaglioni “Sette Comuni”, “Verona“, “Val Arroscia” e “M. Mercantour“, sono inchiodati sui gradoni dello scosceso fianco orientale dell’Ortigara. Alla fine di questa tragica giornata gli italiani occupano le q. DUEMILATRÉ e DUEMILACENTOUNO dell’Ortigara. Tutti i tentativi per avanzare verso il Passo di Val Caldiera – Cima Dieci e verso la q. DUEMILACENTOCINQUE vengono inesorabilmente bloccati. Le truppe alpine della LII divisione si trovano “incuneate” tra le posizioni nemiche, in una condizione tattico-logistica estremamente difficile. La LII divisione registra le seguenti perdite: trentacinque Ufficiali morti, ottantacinque feriti e II dispersi. duecentottanta alpini morti, milleottocentottantaquattro feriti e trecentonove dispersi. Era solo la prima di una lunga serie di sanguinosissime giornate che trasformeranno l’Ortigara in un vero e proprio “Altare del Sacrificio“, per entrambi i contendenti.
Bibliografia: Gianni Pieropan “ORTIGARA 1917” Il sacrificio della 6a Armata. Ediz. Mursia 1974.
Truppe italiane nel “Vallone dell’Agnellizza” (Il Vallone della morte), sotto l’Ortigara.